DIALOGHI CON TRILUSSA
Attraverso alcune delle più belle poesie di Trilussa, l'attrice regala agli spettatori uno spettacolo divertente in dialetto romanesco indirizzato ad un pubblico di adulti e di giovani.
Uno spaccato della società del secolo scorso a cavallo delle due guerre che ci permette di riflettere sul nostro tempo e sulla società odierna. E’ tutto poi così cambiato?
Sentiremo parlare di amori tragico - comici, di un vecchio porco che decise di lasciare la campagna per entrare a far parte della “buona società”, dell’onestà delle nonne di un tempo, quando l’onore e la dignità non potevano essere comprati da alcun gioiello, o almeno così sembrava. Non mancheranno momenti melanconici, il tempo che passa e scorre senza possibilità di essere fermato, rappresentato dall’inesorabile canto di un uccellino di legno di un orologio a cucù, che scandisce le ore, i giorni, gli anni…
Un dialogo, più che un monologo, con il celebre poeta romano che con la sua ironia e la pungente satira è riuscito a raccontare oltre cinquanta anni di cronaca italiana.
con: Daniela Regnoli
regia: Pino Di Buduo
"Grande successo per l’esilarante Dialoghi con Trilussa al noto teatro Potlach di Fara in Sabina. L’attrice Daniela Regnoli narra le poesie di Trilussa, imprimendo in modo magistrale passato e presente e coinvolgendo gli spettatori che hanno interagitocon viva partecipazione durante la sua performance. L’abile regia di Pino Di Buduo e lo spazio essenziale ma ben disposto del teatro sono sicuramente anche la chiave di volta della rappresentazione." Roberto Naponiello - Il Saggio
“Dialoghi con Trilussa di Teatro Potlach sembra uno spettacolo perfetto per l’inizio della stagione teatrale, caldo eppure intimo, persino leggero in certi passaggi. D’altra parte, la produzione del maestro indiscusso del verso romanesco permette di fotografare uno spaccato ampio di storia italiana, che abbraccia i rigori della guerra e la nascita dei café chantant. La cifra cabarettistica è in effetti la matrice su cui lo spettacolo si muove e si articola, montando sonetti noti e meno noti che vengono ordinati con andamento quasi drammaturgico, per quel che attiene ai temi ed ai colori portanti di ciascun numero. Ma principalmente dal cabaret viene tratta la chiave artistica più profonda, ovvero la presenza forte e lieve ad un tempo dell’artista unico, capace di reggere su di sé lo sguardo non sempre attento di un pubblico nuovo, fatto di avventori più che di tradizionali spettatori, di consumatori da tavolino più che di degustatori d’arte sistemati in palchetto. Daniela Regnoli regala questo tipo di prova, nascondendo dietro le parvenze di uno show di parola una performance vocale e corporea che racconta a ben vedere molto di più di quanto indichi il titolo dello spettacolo. Dietro le singole pose e dentro ai singoli movimenti della performer si dissemina un’arte attorica costruita lungo più di quarant’anni di percorso, quelli ovvero maturati dal Potlach dagli esordi nel 1976 ad oggi, passando per le esperienze più diverse e lontane in termini di luoghi, culture, linguaggi verbali ed artistici. […] Lo spazio essenziale, attraversato da poche luci e corredato solo da una semplice sedia, demanda ogni variazione ed ogni riempimento alla pregnanza dell’attrice, secondo sapienze antiche quanto imperiture che determinano in ogni tempo il mistero della rappresentazione e della recitazione. Daniela Regnoli raccorda, cuce, sostiene un lavoro di montaggio, basato fortemente sul rapporto costante con il pubblico". Paolo Verlengia – Teatri OnLine